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30 Settembre 2019

Nel 2020 in Europa fino a un milione di auto elettriche vendute. Basterà per tagliare le emissioni?

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Nel 2020 in Europa potremo vedere fino a un milione di auto elettriche con una quota di mercato intorno al 5% del totale, destinata poi a rappoppiare nell’anno successivo.

Questo è il dato principale diffuso da Transport & Environment (TE), l’organizzazione indipendente no-profit che già ad agosto parlava di una possibile svolta “di massa” per la mobilità elettrica nel 2020-2021, grazie soprattutto alla maggiore offerta di modelli in commercio nei vari paesi.

I modelli nel 2018 sono una sessantina e diventeranno circa 180 nel 2020, per aumentare nel 2021 a quota 200, considerando sia le vetture elettriche “pure” alimentate esclusivamente dalle batterie (BEV: Battery Electric Vehicle), sia quelle ibride ricaricabili con un motore a zero emissioni coadiuvato da un propulsore termico tradizionale a benzina o gasolio (PHEV: Plug-in Hybrid Electric Vehicle).

Finora, spiega TE nel nuovo rapporto sull’evoluzione del mercato automobilistico, Mission Possible (allegato in basso), le emissioni medie dei nuovi veicoli immatricolati in Europa sono rimaste elevate a causa di tre fattori, tra cui il boom di vendite di SUV – balzate al 36% del mercato complessivo nel 2018 – che di norma emettono circa 16 grammi di CO2/km in più in confronto a una berlina a due volumi.

Inoltre, si legge nello studio di Transport & Environment, i costruttori hanno rallentato la diffusione di modelli elettrificati per continuare a vendere le auto con motori a combustione interna, e per di più hanno evitato di aggiornare le versioni a benzina/diesel con le tecnologie più “pulite” disponibili, che avrebbero consentito di ridurre sensibilmente le emissioni di CO2.

Senza dimenticare che le case hanno sistematicamente alterato i test su emissioni e consumi utilizzando software illegali e trucchi di vario tipo, anche negli anni successivi al vero e proprio dieselgate.

Così il traguardo dei 95 grammi di CO2/km fissato da Bruxelles per il 2020-2021 è rimasto lontano. Le case automobilistiche sono ancora in tempo però per colmare questo ritardo e raggiungere l’obiettivo concordato con la Commissione Ue.

Ogni marchio dovrà infatti vendere una percentuale di veicoli elettrici in base alla sua strategia globale di mercato per l’Europa.

I costruttori potranno investire maggiormente in soluzioni tecnologiche con cui diminuire le emissioni delle vetture termiche, incluse quelle ibride che non si possono ricaricare alla presa di corrente; ridurre le vendite dei modelli più inquinanti e incoraggiare i clienti a scegliere versioni con motori meno potenti; allearsi con altre case che producono vetture 100% elettriche, come ha fatto FCA con Tesla (il cosiddetto “pooling” delle flotte auto che consente di fare una media complessiva delle emissioni dei marchi coinvolti).

Toyota è al primo posto tra i marchi che taglieranno il traguardo dei 95 grammi di CO2/km, al secondo posto poi Renault-Nissan grazie alla produzione di alcune delle prime vetture elettriche (Nissan Leaf e Renault Zoe) e al terzo posto Volkswagen con il prossimo lancio della “famiglia” elettrica ID.

E in Italia? In Italia le vendite di vetture “alla spina” vanno relativamente bene, ma sono ancora ben sotto l’uno per cento del mercato complessivo: vedremo se il quadro cambierà nella direzione indicata da TE.

 

 

Articolo tratto da qualenergia.it




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